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pricci (“per sonar di capriccio non ha l’eguale”; cit. Giancarlo Rostirolla, Il “Mondo novo”   Ci sono altri indizi che attesterebbero una conoscenza o addirittura una congenialità tra
      musicale di Pier Leone Ghezzi, Milano 2001, pag. 376; stampa del ritratto ibidem n. 261).  Gaetano Franzaroli e Verlè. Essi si basano nuovamente su luoghi che entrambi hanno
                                                                                  frequentato. Attorno al 1741/42 Verlè costruì un positivo (andato perso) con 10 registri
      Sulla base di questa descrizione della personalità di Franzaroli da parte di una voce com-  per il Conservatorio delle Zitelle di S. Giovanni in Laterano. Franzaroli dedicò a questa isti-
      petente dell’epoca, i tre brani dal titolo Arpeggio e Basso (CD 2, tracce 2-4) presentano   tuzione un’Alma redemptoris mater per due soprani e basso continuo (giunto fino a noi
      a mo’ di archetipo il compositore, l’organista, l’esperto dello strumento magistrale di   su copia manoscritta del XlX secolo proveniente da Roma, oggi presso la Biblioteca sta-
      Verlè a S. Maria Maddalena, nonché il pedagogo. I pezzi sono tratti da un manoscritto   tale bavarese di Monaco, vedi RISM-OPAC). Nel 1754 Franzaroli partecipò all’espressione
      calligrafico indubbiamente italiano del XVIII secolo, contenente 83 esercizi di Franzaroli,   di un giudizio riguardo all’organo costruito da Celestino Testa OSB tra il 1747 e il 1749 per
      già presente nella biblioteca Santini a Münster ed oggi conservato presso la biblioteca   S. Eustachio a Roma (Rione S. Eustachio). Infine, nel 1767 si giunse, grazie a Verlè, ad una
      diocesana di Münster (segnatura SANT Hs 1540, vedi RISM-OPAC, sigillo della bibliote-  ristrutturazione essenziale dello strumento, ancora oggi rappresentativa per l’organaro.
      ca D-MÜs). L’ecclesiastico romano Fortunato Santini (1778-1861) aveva assemblato una
      raccolta di titoli eccelsi di musica italiana che dal 1862 si trova a Münster. Benché i Par-  Giovanni Battista Martini (1706 Bologna - ivi 1784), chiamato Padre Martini, a Bologna
      timenti di Franzaroli siano definiti Bassi Per Bene Accompagnare al Cembalo, essi si pos-  ricopriva diversi ruoli: frate francescano-conventuale, prete, organista, maestro di cap-
      sono suonare anche su un organo; infatti, nel XVIII secolo gli strumenti a tastiera sono   pella, compositore, pedagogo musicale, teorico musicale e storico musicale. In materia
      intercambiabili, nella misura in cui la fattura dei brani e dello strumento disponibile lo   di composizione contrappuntistica era il primo punto di riferimento e l’autorità senza
      consenta. I due brani di Arpeggio sono bipartiti. Iniziano nello stile di preludio. Segue   pari; tra i suoi numerosi allievi, che nel tempo divennero molto rispettabili, troviamo
      immediatamente una fuga, che tuttavia non è chiamata tale. Di nuovo è presente sola-  Johann Christian Bach e Wolfgang Amadé Mozart. Negli anni 1747 e 1753 si trattenne
      mente un’annotazione grezza, lunghi passaggi sono costituiti da un basso cifrato sotto-  a Roma. Probabilmente Verlè e Martini ebbero modo di incontrarsi, o almeno conosce-
      stante. Così il nome Arpeggio si intende come indicazione a suonare i toni degli accordi   vano l’esistenza l’uno dell’altro. Il Padre componeva principalmente opere sacre. Le sue
      nelle armonie proposte non contemporaneamente, bensì più o meno velocemente in   sei Sonate per l’organo o cembalo opera 3 furono pubblicate proprio nell’anno del suo
      sequenza.                                                                   primo viaggio a Roma. La numero 6 di queste comprende due movimenti molto con-
                                                                                  trastanti in do maggiore. Ad un movimento lento, in misura pari, tuttavia ricco di figure
      Pier Leone Ghezzi aveva disegnato una caricatura di Gaetano Franzaroli già nel 1737: il   musicali che quantomeno lo ravvivano, segue un movimento veloce, armonicamente
      virtuoso è abbigliato con un mantello e un copricapo simile ad una berretta. Egli sta in   molto vario, scritto in misura dispari.
      piedi davanti ad un cembalo, le mani in una delicata posa di suonatore, con le spalle
      rivolte a chi osserva il quadro (ill. in Rostirolla 2001, n.180).           Anche le Sonate di Lorenzo De Rossi hanno sempre due movimenti lento-veloce nella
                                                                                  stessa tonalità. Tuttavia ogni movimento è costituito da due parti, delle quali la seconda
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